Devo la lettura di Fiore di Neve e il ventaglio segreto a FraLu che me lo ha caldamente consigliato. Mi sono avvicinata aspettandomi il classico romanzo, invece dentro ci ho trovato un altro mondo.
Giglio Bianco, ormai ottuagenaria unica sopravvissuta a tutti i propri affetti, racconta la sua vita in tutti gli aspetti più nascosti e rivela una realtà a volte difficile da comprendere. Nella Cina del XIX secolo, quando mogli e figlie avevano i piedi bendati e vivevano in uno stato di isolamento quasi totale, le donne di una remota contea dell’Hunan ricorrevano a un codice segreto per comunicare tra loro: il “nu shu”, “la scrittura delle donne”. Le bambine venivano talora accoppiate come “laotong”, “vecchie se stesse”, in un vincolo di affetti destinato a durare per tutta la vita. Si scambiavano lettere tracciate a pennello sui ventagli o messaggi ricamati sui fazzoletti, e inventavano racconti, sfuggendo così alla propria reclusione per condividere speranze, sogni e conquiste.
Non avevo nessuna conoscenza della tradizione dei piedi fasciati e cercare di comprenderla ha richiesto davvero un grande sforzo per me. Ho cercato su internet, ho letto altro e ho provato ad andare più a fondo della semplice facciata. Non posso dire di aver compreso, ma sono stata felice di aprire gli occhi su un nuovo orizzonte. Il nu shu è stata una scoperta ricca di fascino e forza. Le donne cinesi, in un mondo in cui non ci si stancava mai di ripetere che era meglio avere un cane che una figlia, senza avere a disposizione apparenti risorse né materiali né intellettuali e in risposta ad un clima oppressivo che le vedeva relegate e sottomesse, furono capaci, attraverso una modalità comunicativa, di trovare un senso alla propria vita. Loro, isolate dal mondo degli uomini e dalla loro scrittura, idearono un linguaggio segreto che trasformò il loro quotidiano. Crearono uno spazio intimo e riservato per comunicare fra di loro, uno spazio ignorato e trascurato dagli uomini e gelosamente custodito dalle donne legate in un rapporto di speciale ‘sorellanza’.
Come la stessa autrice Lisa See dice nei ringraziamenti finali, questo libro è essenzialmente un romanzo e non ha finalità divulgative. Eppure la scoperta di questo universo sconosciuto e lontano non può lasciare indifferenti e sveglia una curiosità che chiede di essere saziata. Pur trattandosi di una lettura non facilissima (perchè culturalmente tanto distante da noi), appassiona e tiene legati.
Ma questo romanzo è anche di più, perchè è denso di sentimenti, di rimpianti, di forza, di sacrificio e di coraggio. Rimanere indifferenti di fronte al racconto di queste donne cinesi è impossibile.
Pingback: La ragazza di giada « Nuvolette Colorate
Pingback: 7 libri | Nuvolette Colorate